La mia storia

Ho iniziato a praticare yoga a 20 anni, quando ancora non era di moda. Avevo appena iniziato a lavorare in ufficio e soffrivo di mal di schiena da rigidità e stress, oltre ad una situazione anatomica non ottimale. Mi sono iscritta al mio primo corso di yoga ed ero l’unica ragazzina in un gruppo di pensionate ed ho pensato che sarebbe stata una noia mortale. Mi sono subito ricreduta, le signore che praticavano da anni erano ben più elastiche di me! Ed è lì che il primo preconcetto iniziale è crollato, poi è subentrata la curiosità per questa tecnica ed ascoltando le spiegazioni del mio maestro che utilizzava anche termini sanscriti sono rimasta affascinata, questa lingua misteriosa e queste sonorità mi avevano rapita. Ho incontrato le asana, il respiro, la lentezza dell’hatha yoga tradizionale e gli insegnamenti di Patanjali trasmessi con umiltà e competenza dal mio insegnante, Claudio Masotto. Ho praticato con lui un paio d’anni poi mi sono fatta prendere dai ritmi lavorativi, dagli impegni mondani e dalla famiglia.

 

Per diversi anni non ho praticato con regolarità ma, solo in seguito, mi sono resa conto che lo yoga era  entrato nella mia routine quotidiana senza accorgermene. Ho utilizzato le tecniche yoga di respirazione, il pranayama, ogni qual volta ne sentivo il bisogno, e le asana che erano più adatte a me, ma me ne sono resa conto solo in seguito, quando ho intrapreso lo studio dello yoga.

Poi, molti anni più tardi, ad un altro snodo evolutivo, ho sentito il bisogno di entrare di nuovo in una sala yoga e ed ho avuto l’opportunità di seguire i corsi e gli insegnamenti di Pierrette Bovisi che mi ha fatto conoscere lo yoga integrale di Sri Aurobindo e la Mère.

Da lì sono venuta anche a conoscenza del Craniosacrale Biodinamico che ha rivoluzionato la mia vita, nessun trattamento è stato così efficace e risolutivo sulla mia schiena come questo! Innamorata della tecnica ho intrapreso il percorso triennale di formazione ed ho avviato la mia attività professionale.

 

Ma il mio primo amore era lo yoga, così ho deciso di approfondire questa filosofia millenaria ed ho trovato la scuola adatta a me, La scuola Ayat di Trieste, dove la tradizione dell’ayurveda ha abbracciato lo yoga. Terminata la formazione triennale ho proseguito gli studi e la pratica di diversi aspetti dello yoga, le varie filosofie, dallo yoga tantrico kashmiro che ho studiato con gli scritti di Eric Baret e praticato con Stefania Redini e Gioia Lussana.

 

Ho seguito il corso in Riflessologia Plantare Indiana con Paola Giulianetti che ci ha trasmesso un’antica pratica indiana con il benestare del maestro yogi che glie l’ha insegnata ed è un bello strumento per il benessere che unisce una pratica manuale all’attivazione energetica delle risorse della persona.

 

Terminata la formazione in Hatha yoga al Joytinat ho intrapreso la formazione in yoga per bambini ed adolescenti con il metodo Yoga in Fiore® di Paola Bezzo che mi ha aperto ad un approccio gioioso e dinamico nel proporre i preziosi insegnamenti dello yoga ai più piccoli.

Ho poi conosciuto lo Shanti yoga con lo Swami Paolo Nidhi Quaranta che seguo tuttora e che mi permette di approfondire quell’aspetto sottile, energetico della pratica yoga applicandolo concretamente alle asana. A settembre 2024 mi è stato conferito il diploma di lignaggio in Shanti Yoga dallo Swami Paolo Nidhi Quaranta e da allora il mio impegno e costanza nel trasmettere una pratica il più fedele possibile alla tradizione si sono intensificati.

Lo studio e la pratica sono una costante della mia vita e tutto ciò che apprendo, studio e realizzo cerco di condividerlo immediatamente con i miei allievi in modo da rinnovare ed arricchire costantemente le mie lezioni frontali.

 

Infine ho avuto il tempo per studiare i Fiori di Bach, un altro strumento sottile e delicato che porta equilibrio nella persona agendo sulle emozioni disturbanti. Approfondendo il pensiero del dottor Bach è stato sorprendente rendermi conto che abbracciava la filosofia indiana, ed è stato entusiasmante sentire che questi strumenti sono interconnessi a livello sottile.

Ed è così che ora posso abbinare la Biodinamica Craniosacrale ai Fiori di Bach, dalla riflessologia plantare Indiana allo yoga per offrire con consapevolezza ed in modo personalizzato uno o più di questi splendidi strumenti che agiscono con delicatezza, ma in profondità, allo scopo di portare consapevolezza e ristabilire l’equilibrio della persona.

Le mie proposte

 

Le attività da me proposte hanno un obiettivo comune: il benessere della persona.

Sono pratiche diverse tra loro sia per origine che per modalità di realizzazione ma tutte sono orientate alla persona nella sua interezza, con un approccio olistico che comprende l’aspetto fisico, mentale e spirituale.

Trattasi di discipline Bio-Naturali che si prefiggono il mantenimento ed il recupero del benessere cercando di prevenire il sopraggiungere della malattia. Nel caso di persone malate queste discipline si possono affiancare alle cure mediche ma mai sostituirvisi, agiscono in sinergia con le cure sostenendo il processo di guarigione ed aiutando la persona a trovare un nuovo equilibrio.

Se la medicina si occupa della patologia, le discipline bio-naturali sono orientate al rinforzo delle energie necessarie alla persona per affrontare la cura cercando di sostenere l’aspetto fisico ed emozionale

Il lavoro biodinamico craniosacrale è fondamentalmente semplice; è il modo in cui possiamo ascoltare la saggezza che è in noi e aiutarla a ripristinare un movimento equilibrato e la salute nella nostra vita.

“Craniosacrale. Principi ed esperienze terapeutiche “

Michael Kern

“Stando in ascolto si rivela una vera umiltà,

Incontriamo la meravigliosa intelligenza insita nella natura umana.

Questo è proprio il punto di partenza del nostro viaggio.”

Franklyn Sills

“Possiamo giudicare la nostra salute dalla nostra felicità, e dalla nostra felicità possiamo sapere che stiamo obbedendo ai dettami della nostra anima.”
“Libera te stesso”

Edward Bach

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Lasciare spazio attorno a questi gesti tanto ordinari, dargli una stanza, li fa brillare, permette che aprano un varco nell’oscurità in cui di solito viviamo, nel nostro quotidiano sonno.
(Chandra Livia Candiani. Il silenzio è cosa viva)